Siamo in emergenza e la scuola, inutile negarlo, è luogo di contagio.
Durante il lockdown, l’abbiamo visto, molti disabili hanno sofferto tantissimo, molti sono regrediti.
Per molti di loro andare a scuola è un impegno importante, per molti è indispensabile il supporto del docente dedicato; a molti di loro non importa se i compagni ci sono oppure no, a volte neanche ci fanno caso.
Le situazioni sono tantissime e molto diverse, quindi la scuola c’è, ci deve essere in particolare per loro, e in questo momento di emergenza permettere loro di andare e trovare persone di riferimento competenti è un valido supporto. Non è un obbligo, è solo una soluzione possibile nel mezzo di un’emergenza.
L’alternativa sarebbe stare a casa, come gli altri è vero, ma senza la guida specifica di cui loro, in particolare, hanno bisogno.
Magari al primo impatto si può pensare alle classi differenziali e alla mancata inclusione, ma se ci si sofferma, a mio parere è una buona alternativa.
All’occorrenza un fiore può crescere, bellissimo, anche lontano dagli altri fiori, questo non significa che poi non possa essere inserito, anche lui, in un magnifico insieme.
Mts©