Eccoci, dopo un lungo periodo di quarantena, a riprendere lentamente le normali attività. È stato davvero un periodo complicato, ma.. ancora non è finita. Tante discussioni su cosa, come e quando si riprenderà, come e quando si potrà tornale alla normalità.
E la scuola?
La scuola muove moltissime persone, tra utenti e dipendenti, alcuni si muovono con mezzi propri, altri utilizzano, e affollano, i mezzi pubblici.
A scuola ci si rimane per mezza giornata, o anche di più e l’utenza comprende bimbi della materna fino a ragazzi del liceo., e in ciascun ordine sono presenti i disabili.
E i dubbi: attività in presenza, a distanza, turni alterni….
Ora, a mio parere, c’è un punto fermo: le attività in tutti i primi anni di ciascun ordine, e quindi nelle cosiddette prima elementare e prima media, e anche nelle prime classi dei licei, dovrebbero essere sempre in presenza, come pure le attività nelle classi dove sono presenti i disabili, per i quali la socialità è fondamentale.
Dunque, in presenza di problemi di spazi, penso che la priorità di lezioni in presenza dovrebbe essere data a tutti loro.
Detto questo, purtroppo allo stato attuale, penso che sarebbe meglio prendere ancora tempo per la scuola, perché il numero di persone coinvolte è troppo grande, e l’utenza comprende anche persone, i bambini, difficili da gestire nel rispetto delle distanze e che facilmente potrebbero fungere da probabili vettori.
Potendo escluse le categorie sopra citate, o nel peggiore dei casi includendo anche loro, si potrebbe pensare alla didattica a distanza ma con lezioni registrate, quindi in asincrono, le quali permettono di rispettare i tempi di apprendimento soggettivi, seguite da verifiche quotidiane, come ad esempio quiz, per la verifica degli apprendimenti. Accanto a questo ci potrebbero essere lezioni in sincrono per chiarimenti individuali o rivolte a piccoli gruppi e per le interrogazioni orali o ancora, soprattutto per i più grandi, per le verifiche scritte.
A questa “organizzazione” didattica, si potrebbe affiancare un’organizzazione “sociale/ludica”, con video-incontri incentrati proprio su questi aspetti.
Insomma didattica e socialità separate in momenti dedicati, perché le video-lezioni in sincrono non diventino prevalentemente una scusa per incontrarsi e pensare ad altro.
So che può sembrare illogico, ma penso che in una situazione di emergenza la didattica dovrebbe essere separata dalla socialità, la quale comunque potrebbe essere coltivata (certo in maniera incompleta) a distanza, oggi che, grazia alla tecnologia, abbiamo questa possibilità, oggi che i ragazzi escono insieme e poi si ritrovano ognuno a “comunicare” con il proprio smartphone. Ecco, si potrebbe approfittare per ottenere qualcosa di buono, perché forse proprio nella gestione di questi strumenti, i ragazzi avrebbero bisogno di indicazioni serie e concrete.
Mts©