Maria Teresa Sica

Le Corde dell’Anima, il mio viaggio tra parole e musica

Cremona – Le Corde dell’Anima

giugno 2011

Treno. Torno verso casa. Guardando fuori dal finestrino le immagini corrono veloci a ritroso e anche nella mia mente le immagini di quello che ho vissuto in questi giorni scorrono, si accavallano e vedo luoghi, facce, sorrisi e tanta gente festosa. E mentre il treno corre verso Napoli, la mia mente si sofferma a Cremona poiché sto tornando a casa proprio da lì ed è lì che ho voluto essere presente il 3-4-5 giugno poiché lì ha avuto luogo “Le Corde dell’Anima” il festival dell’incontro tra Letteratura e Musica organizzato da Publiaeventi.

Letteratura e musica, due forme di espressione tra le quali esistono i collegamenti, le interferenze le connessioni che una fantastica équipe di professionisti composta da Anna Folli, Vittorio Cosma, Mercedes Meloni, Nicoletta Polla-Mattiot e Filippo Centenari, ha ben pensato di sottolineare.

Alla sua seconda edizione, quest’anno il gruppo di lavoro ha pensato di estendere il coinvolgimento anche all’immagine ed in particolare al fumetto, così durante quasi tutti gli interventi i ragazzi del Centro Fumetto Andrea Pazienza illustravano in diretta le emozioni che l’evento suscitava loro, ne è venuta fuori una scenografia mobile e variabile che veniva costruita accanto a quella fissa, originalissima, fatta di enormi libri che facevano da cornice ai diversi eventi inseriti nel programma così che, osservando dall’esterno, gli artisti parevano Lillipuziani immersi in un bellissimo mondo creativo. Il tutto in uno scenario incantevole: la piazza del Comune – dove era anche allestito un  bookshop di libri di ogni genere – con la sua Torre, il Duomo, il Battistero, il cortile Federico II e la loggia dei Militi, dove era installato un bosco vegetale che faceva da sfondo alla musica ed alle parole. Non sto ad elencare tutti gli appuntamenti, anche perché non ho assistito proprio a tutto, per questo si può fare riferimento al link http://www.lecordedellanima.it/ , mi piace invece sottolineare la bellezza del Progetto, un viaggio tra suoni e parole, immagini e… silenzi, in una successione d’incontri, più di sessanta – tutti gratuiti grazie alla collaborazione di moltissimi sponsor, molti dei quali di strutture, aziende ed associazioni della città di Cremona – distribuiti e abilmente coordinati in tre giorni, durante i quali è sempre stata messa magistralmente in evidenza, con scelte appropriate, l’inscindibile relazione tra musica e letteratura.

Ho voluto tuffarmi in questa maratona culturale ed emozionale perché immaginavo sarebbe stata un’esperienza splendida e ora che l’ho vissuta ne ho avuto la conferma: è stata fantastica! Ho visto autori, musicisti, attori, giornalisti, scrittori, poeti tutti piacevolmente immersi in un clima gradevolissimo, che talvolta è arrivato a sfiorare il confidenziale, così questi personaggi hanno parlato al pubblico evidenziando anche il loro aspetto umano. In particolare a me hanno colpito il lento esplodere della fragilità di Eugenio Finardi, venuta fuori durante la conversazione con Vittorio Cosma, la dolcezza e la vitalità di Ettore Mo, la sensibilità e l’umiltà di Federico Moccia, la tenacia e la curiosità di Roberto Cotroneo. Parlando di musica poi ho letteralmente viaggiato con la straordinaria tromba di Marco Brioschi, capace di far davvero volare con la sua musica dal suono pulitissimo, con l’intenso e commovente pianoforte di Maria Grazia Amoruso, con le eccezionali corde del Quartetto di Cremona, con la vorticosa fisarmonica dello spettacolare Vladimir Denissenkov, con il passionale pianoforte e voce di Stefano Bollani. Un’esperienza singolare e molto suggestiva è stato lo spettacolo di Accademia del Silenzio e Ventaglio d’Arpe, un favoloso viaggio tra musica e poesia immersi nel suono di circa venti arpe supportate, nel finale, da un dolcissimo flauto. Molto appassionante anche  Emanuele Ferrari, che ha condotto il pubblico in un viaggio nelle emozioni attraverso l’ascolto di Schubert, e Luca Bianchini, Paolo Prato e Morgan che con intelligenza ed ironia hanno regalato un viaggio nel tempo e nello spazio evidenziando magistralmente i punti salienti del percorso della musica negli ultimi 150 anni. Ascoltare dal vivo i Goblin poi è stato favoloso, ma di più mi è piaciuta la loro disponibilità con i fans che avevano portato i vinili da autografare. Carinissimi e disponibili anche Max Gazzè e Benedetta Mazzini. Piacevoli e divertenti poi i percorsi “cambia mestiere” con scambio di ruoli tra scrittori e musicisti, così Matteo Bordone il venerdì ha chiacchierato con Cochi e Renato che hanno cantato accompagnati dalla Band Good Fellas, e il sabato con Elio che era accompagnato al piano dallo scrittore Roberto Cotroneo. È stato dato ampio spazio a giovani autori cremonesi che, durante tutta la giornata di sabato, hanno dato luogo ad una successione di incontri ed esibizioni. Il coinvolgimento è stato ad ampio raggio, infatti era incluso anche un progetto che interessava giovani fotografi spinti ad immortalare i diversi momenti durante tutto l’evento e motivati dalla successiva prospettiva di poter partecipare ad una mostra dedicata al Festival. Erano previsti anche laboratori per bambini, con il fine di avvicinarli al mondo del libro e della scrittura attraverso le immagini e, con racconti musicati, anche alla musica.

Musica e cultura quindi, anzi ancora meglio dire “musica è cultura”, perché la musica è comunicazione e la comunicazione è diffusione di cultura.

Il gruppo di lavoro non si è fermato un attimo, coadiuvato da volontari di ogni età ha affrontato e risolto i problemi che di volta in volta si presentavano con prontezza ed efficienza. Li ho visti accogliere i diversi ospiti con gentilezza e disponibilità, li ho visti in continuo contatto tra loro per decidere su quello che chiamavano “piano B”, inerente le modifiche del programma rese necessarie dall’inclemenza del tempo atmosferico e, quindi, trovare soluzioni e comunicarle prontamente al pubblico affinché il festival potesse proseguire, li ho visti asciugare prontamente le sedie e disporre gli ombrelloni di emergenza con discrezione, li ho visti crollare stanchi e, dopo, appagati dai risultati. Sono stanca io, adesso in questo treno, perché ho voluto seguire più eventi che potevo, appuntamenti che richiedevano attenzione, concentrazione, ascolto, ma che alla fine riempivano l’anima, io che ero lì solo per passione, immagino la stanchezza degli organizzatori, che ci hanno lavorato dentro attivamente e dei collaboratori, che hanno cercato di far sì che tutto andasse per il meglio, tutti ci hanno messo presenza, lavoro fisico, attenzione, concentrazione, mente ed anima, insomma credo che a quest’ora, mentre io torno verso casa, la stanchezza già starà lasciando il posto alla soddisfazione, perché nonostante il tempo capriccioso, l’unico inconveniente che si è verificato è stato un ritardo sulla tabella di marcia, cosa che in manifestazioni del genere è anche già prevista. E adesso che ho potuto vivere questa maratona e aspetto la terza edizione, ne ho voluto parlare qui, perché ho trovato questo festival bellissimo nell’ideazione e ben strutturato in tutti i suoi momenti, ho trovato la gente del luogo ospitale, il sindaco e gli organizzatori cordiali e presenti, gli artisti mescolati tra la gente con semplicità e soprattutto ho avuto modo di constatare che i progettisti e il comitato scientifico sono professionisti di mente e anima: da un gruppo del genere non poteva che venire fuori un progetto, un festival che si chiamasse “Le Corde dell’Anima”.

Un ringraziamento particolare voglio farlo ad Andrea, il volontario instancabile e sempre presente oltre che generoso e a Mercedes Meloni, una persona speciale che mi ha accolta e seguita con gentilezza nonostante fosse nel bel mezzo del suo lavoro.

                                                                                                           Maria Teresa Sica

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