Maria Teresa Sica

Ora basta! Bisogna riaprire.

Bambini che non possono giocare, adolescenti privati delle necessarie esperienze, adulti nel baratro del lavoro perso, anziani privati dei loro affetti nell’ultimo tratto di vita…

Il mondo è fermo in parte, perché non tutti hanno le stesse reazioni, ma molti stanno vivendo in un baratro che non smette di farli sprofondare sempre di più.

Occhi tristi e spenti, niente più risate, emozioni bloccate, autolesionismo, chiusura in se stessi, tristezza, paura.

Gli anziani, i più colpiti dalla paura della morte anticipata e solitaria, temono ogni incontro e restano lì a non vivere l’ultimo tratto della loro vita, si spengono nell’anima, soli e spaventati.

Gli adulti, alcuni adulti, non sanno più come fare per andare avanti, sostenere le loro famiglie o anche soltanto se stessi, e si chiudono, allontanando ogni tipo di relazione che li aiuterebbe a rimanere vivi. Alcuni, umiliati nel profondo, scelgono di non vivere una vita che ormai non è più degna di essere chiamata tale.

I ragazzi si sentono soli, sono soli, con le loro false relazioni virtuali, e non sanno più gestire neanche quelle. Non manifestano più alcun entusiasmo, restano fermi e isolati, senza più cene, incontri, feste, amori. Alcuni si fanno del male da soli, fisicamente, alcuni diventano provocatori, a danno non solo di loro stessi.

I bambini non hanno più la gioia e la meraviglia nello sguardo, la curiosità è mortificata, i sorrisi scarseggiano.

Le persone con problemi poi stanno perdendo tutto quello che avevano a fatica conquistato, la negazione di abitudini necessarie ha fatto sentire il suo peso; i progressi, i miglioramenti, hanno avuto una battuta di arresto nei casi migliori, perché c’è anche chi è regredito.

Solitudine. Angoscia. Chiusura. Involuzione. Timori.

Come si verrà fuori da tutto questo? E poi perché si è dovuti arrivare a questo?

Non si può continuare così, già siamo troppo oltre e chissà se non sia stato superato il punto di non ritorno. Quindi ora basta.

Penso sia necessario riaprire tutto perché la gente riacquisti un po’ di speranza, di forza reattiva. Bisogna dare spazio alla socialità e alla produttività, spazio alla crescita delle menti che si stanno annebbiando.

Sicuramente le precauzioni saranno necessarie, attenzioni che per essere utili dovranno necessariamente essere logiche e ben ponderate, ma ora basta, è necessario che l’economia riprenda, ed è necessario dare spazio ai rapporti sociali.

La riapertura delle attività economiche è un passo determinante verso la salvezza e, se proprio non fosse possibile riavviare qualcosa, allora si dovrebbe trattare di attività non condizionanti l’economia soprattutto del singolo, non meno importante è la ripresa dei rapporti sociali, ed è indiscutibile che adesso siamo al punto in cui occorre che la libertà di uscire e incontrarsi, con i dovuti accorgimenti, venga permessa a tutti.

Mts©

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