Eccoci qui, al 23 agosto, con più di 1000 casi.
Non ci sono parole.
Eravamo stati davvero bravi in Italia, e a maggio eravamo pronti per interrompere il lockdown, molte erano le persone felici di riprendere l’attività perché, ammettiamolo, la crisi economica è stata pesante per molte famiglie. E quindi eccoci, tutti pronti alla nuova partenza, speranzosi nella ripresa, impegnati per affrontare questo momento “impegnativo”.
Ma con il tempo, mi è parso che per alcuni il ricordo della recente drammatica esperienza si sbiadisse velocemente, fino a cancellarsi del tutto.
E allora ecco le mascherine via via scomparire, la distanza di sicurezza via via diminuire, gli spazi concessi ai ristoratori per garantire loro di non perdere posti a sedere utilizzati per aumentare la ricettività, ecco l’apertura delle discoteche, inesorabilmente piene, i bar affollati all’esterno, ma anche all’interno, i ristoranti sempre al completo, le spiagge…un carnaio.
La rimozione delle regole per la sicurezza è stata inversamente proporzionale al progredire dell’estate, i controlli sono stati… fantasmi.
La vita ha ripreso, quasi completamente nella normalità, esclusi pochi “attenti” che, a osservarli, ricordavano quello che pochi mesi prima era avvenuto, la maggior parte ha scelto di rimuovere questo nemico invisibile.
Mi domando perché dall’alto hanno permesso che tutto ciò accadesse, considerato che, fino a maggio, il lavoro generale è stato, a mio parere, impeccabile.
Guardandomi intorno ho temuto le settimane centrali di agosto e oggi so che i miei timori erano giusti. Siamo arrivati ad oltre 1000 casi, e siamo solo al 23 agosto.
Ora hanno chiuso le discoteche fino al 7 settembre, una chiusura peraltro annunciata il giorno prima di metterla in atto, così l’ultimo giorno di apertura si è verificato l’impossibile… ma che senso ha?
E quindi eccole le mie domande: perché non hanno chiuso con l’estero? Perché non hanno concesso a discoteche, ristoranti e altri locali simili di accogliere massimo fino a 1/4 della capienza? Perché non hanno pensato di favorire nei ristoranti, una volta completata la capienza concessa, la scelta di fornire pasti in asporto? Perché i controlli su spiagge e luoghi pubblici sono stati quasi assenti? Tutto questo avrebbe permesso un riavvio lento sì, ma presente, e propedeutico a un’apertura completa, in sicurezza.
La mia impressione è che si sia dato spazio al rientro economico piuttosto che alla salvaguardia della salute e, operando alcune scelte, è stato vanificato l’ottimo lavoro svolto fino a maggio. Peccato davvero!!
E ora speriamo bene! Perché un altro lockdown sarebbe una tragedia insostenibile. Ecco cos’è l’uomo: come i bimbi, che guardano all’immediato e scelgono un pezzettino di cioccolata oggi piuttosto che una barretta intera domani, l’uomo ha scelto la ripresa dell’economia oggi invece di optare per qualche sacrificio per dare spazio alla tutela a vantaggio dei possibili – e più sicuri – vantaggi a lungo termine.
Mts©