Maria Teresa Sica

Docenti catapultati nell’infinito WWW – Quest’immensa DaD!!

Personalmente con la didattica a distanza non sto trovando molte difficoltà anzi, se posso dirlo, mi piace molto, trovo che nella sua applicazione ci siano parecchi vantaggi, uno tra tutti la possibilità di dedicarsi davvero a ciascun alunno in modo individualizzato. Ma questa a me modalità ha incuriosito da sempre, mi sono informata, ho cercato, sperimentato e l’ho fatto con calma, in tempi “non sospetti”.

Perciò non posso fare a meno di pensare, e complimentarmi, con tutti quei colleghi che ci si sono trovati catapultati improvvisamente, e hanno anche dovuto apprendere in fretta: è stata un’esigenza caduta addosso come un secchio d’acqua gelata. Io non so se ne sarei stata capace, con tutto che operare con il computer in generale, mi piace.

Persone che magari mai si sono interessate alla materia tecnologica e a tutti i correlati strumenti, che forse a stento si barcamenano nella piattaforma del registro elettronico, che a volte riescono a gestire grazie al buon cuore di qualche collega generoso, all’improvviso ricevono le disposizioni: si deve operare con la didattica a distanza, che non è riempire gli allievi di compiti, ma bisogna organizzarsi, provare a creare video lezioni, adoperarsi per le correzioni e le restituzioni, districarsi nel web in cerca di materiale utile nonché utilizzabile, continuare l’attività anche con le spiegazioni se occorre.

Così improvvisamente ci si trova a dover gestire il proprio lavoro in una modalità sconosciuta, con strumenti sconosciuti. Qualcuno ci prova e ci riesce, qualcuno va in crisi perché la registrazione non si salva o chissà dove è andata a finire, perché l’audio non funziona o, prima ancora, perché non sa come registrare. E via con i tutorial, le prove e controprove che rubano il triplo del tempo, che già in una situazione di emergenza, in famiglia, manca, anche se apparentemente ce n’è tanto.

“Ma sarebbe il normale orario di servizio!” Certo, se non ci fosse un’emergenza, con tutto quello che, in ogni famiglia, comporta.

Ecco, quello che voglio dire è che la didattica a distanza è una buona cosa, ma non adottata all’improvviso, senza avere mai avuto modo di sperimentala veramente, relazionandosi in concreto con i propri studenti in modo virtuale e, contemporaneamente, in presenza per poi imparare a gestirla, senza che a tutto questo, nella scuola di appartenenza, non si è mai dato importanza.

Questo passaggio molti docenti, in questa circostanza attuale, non lo hanno vissuto, i docenti sono stati lanciati verso una modalità mai sperimentata perché “si doveva fare così”. In molti sono stati sommersi, da una molteplicità di nuove cose, come da una valanga che soffoca, ma quello che ha potuto dare respiro è stata davvero la buona volontà, seppure nelle infinite piccole e grandi difficoltà.

Allora mi chiedo: si pretende tutta questa competenza improvvisamente e poi, si scarta l’idea di organizzare, in caso di emergenza, altre attività che necessitano del coinvolgimento di grandi masse sociali via computer …

Francamente non comprendo.

Perciò voglio fare un plauso a tutti i docenti che, anche se scoraggiati intimamente, hanno cercato, hanno provato e stanno portando avanti, cercando di superare le oggettive difficoltà derivanti da una mancata esperienza pratica in tempi pregressi, questa modalità didattica con amore per i loro allievi, pur trovandovisi dentro catapultati obbligatoriamente, e anche se forse in fondo è una modalità che non apprezzano. Ma sarà certamente un trampolino per una crescita costruttiva.

Mts ©

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