Maria Teresa Sica

E ora… il Green pass rafforzato!!

Ma perché continuano a parlare di no-vax? Una cosa sono i no-vax, cioè le persone contrarie ad ogni tipo di vaccino, e un’altra cosa sono le persone non convinte di questo siero sperimentale.

Penso che questo sia un punto fondamentale!

Altro punto fondamentale è che è chiaro che ci sono ancora tante cose che di questo virus non si conoscono, il che genera contraddizioni anche tra i diversi referenti, e quindi confusione tra chi ascolta.

Non deve stupire che, tra tutte le persone che abitano il mondo, ci siano quelli che ascoltano e si fidano ciecamente delle indicazioni più gettonate e quelli che, invece, ascoltano varie campane e, pur non essendo della materia, cercano di ragionare, e si rifiutano di obbedire in silenzio, visto che le affermazioni contrastanti arrivano proprio da persone che, della materia, se ne intendono.

E poi non si può negare che indicazioni e azioni siano un po’… contradditorie e incoerenti.

Senza soffermarmi sull’origine, la cosa certa è che il virus esiste, il virus può uccidere, ma il modo in cui si sta cercando di annientarlo, mi confonde.

Approfondisco.

 

A maggio 2020 quasi ne stavamo uscendo, ma poi si andava incontro all’estate, e l’economia soffriva, così si è pensato di ricorrere alle precauzioni: mascherina, distanza, igiene, ingressi limitati. I controlli non sempre hanno funzionato e, ovviamente, i casi sono tornati ad aumentare. Allora nuove chiusure, così gente che aveva investito sulla prevenzione per poter far funzionare la propria attività, si è trovata di fronte a chiusure improvvise, e quando l’interruzione dell’attività dall’oggi al domani ha coinvolto i lavoratori della ristorazione e dei bar, che avevano già provveduto anche ad acquistare i generi alimentari utili, questi si sono ritrovati ad affrontare, come dire … oltre il danno anche la beffa.

 

Poi il Governo, che sin dall’inizio ha condiviso i suggerimenti proposti dalla maggior parte degli studiosi della scienza, supportando il ricorso a paracetamolo e vigile attesa, di cui tutti conoscono gli esiti, ha continuato ad affidarsi e a confidare sulla quella stessa scienza, ed ha proposto una cura chiamandola “vaccino”. Molte persone, seppure non convinte, hanno dato fiducia allo Stato, e hanno voluto correre un rischio. Hanno abbracciato l’indicazione, cedendo alla firma del consenso informato e consapevoli che avrebbero acquisito immunità per qualche mese. Non tutti però, solo i più attenti, perché molti hanno acconsentito con la certezza/illusione di ottenere protezione eterna.

E invece anche chi si è contagiato resta immune solo per qualche mese, forse, ma poi gli anticorpi non restano nell’organismo, così… ci si può ammalare ancora. E allora la rabbia dei vaccinati, che hanno consapevolmente scelto e si ritrovano di fronte alla delusione delle aspettative, perché anche loro, come i non vaccinati, per tutelarsi hanno bisogno di seguire le precauzioni consigliate, e si stanno rendendo conto che forse sarà necessario ricorrere a richiami ancora e ancora fino a… chissà quando. E sì, perché la promessa che proprio il vaccino sarebbe stato l’unico modo per uscire da questa pandemia, nei fatti sembra sgretolarsi, perché sembra di trovarsi di fronte ad una cura che non ha poi protetto fino in fondo, un vaccino che può essere “bucato”, un vaccino che, per funzionare, necessita di continui richiami. E allora che si fa? Si dà la colpa ai non vaccinati, si afferma che è l’imprudenza di pochi a mettere a rischio tutti.

Mi chiedo come mai, se circa l’84% ha fatto il ciclo completo e l’87% la prima dose, come mai, se la protezione è così diffusa, il virus continua a diffondersi e a mutare. E sì, perché ci sono le varianti, che nascono come funghi, una sempre più pericolosa dell’altra, ma anche della loro esistenza si continua a dare la colpa ai non vaccinati. La soluzione proposta, martellante, è che bisogna vaccinarsi, una spinta al vaccino senza precedenti, la cui accettazione chiamano “rispetto delle regole”.

Non sarà che forse occorre maggior attenzione anche in chi è vaccinato che, convinto di essere ormai immune, abbassa la guardia oppure, certo di avere un semplice raffreddore, invece porta inconsapevolmente in giro il virus?

E le precauzioni? Dichiarate tutte necessarie e utili sempre, poi stranamente in alcuni contesti, seppure con assembramenti o passaggio di oggetti di mano in mano, alcune non vengono più ritenute utili. È il caso del green pass, fino a poco fa non richiesto anche su alcuni mezzi di trasporto, e invece indispensabile per accedere ai luoghi di lavoro e ricreativi. Green pass che si ottiene con superamento della malattia, vaccino o tampone negativo. Quindi accade che, esclusi i tamponati, gli altri girano tranquillamente, sicuri di essere sani e di non potere né potersi contagiare.

Come si può pensare che non ci sia chi si pone domande riflettendo su tutte queste circostanze?

Perché in realtà tutti, vaccinati e non vaccinati, si ammalano e contagiano, e forse la differenza sta solo nella gravità dell’esplosione della malattia, che sembra essere meno pericolosa per i vaccinati, nei quali gli effetti sono forse più leggeri, più tollerati dall’organismo.

Alla fine chi rischia di più forse sono proprio i non vaccinati. “Scelta loro!”, dirà qualcuno… Certo, ma se i vaccinati seguissero con più attenzione le norme di prevenzione, forse tutti rischierebbero meno. Mi rendo conto, però, che il pensiero immediatamente collegato è: “E allora cosa mi sono vaccinato a fare? Per dover continuare ad agire come prima?”. Resta il fatto che stiamo ancora come stiamo, e di certo i non vaccinati sono molto più attenti, proprio in virtù del loro stato. Allora com’è che il virus continua a girare, girare e modificarsi?

Si alternano momenti di apparente calma a momenti in cui è richiesta maggiore attenzione, e allora via, con le misure da mettere in atto per sconfiggere il male… ma non sarà che parlano parlano, ma in fondo ne sanno poco e nulla e si procede, con tutte le buone intenzioni, per tentativi?

A settembre molte persone si sono ritrovate a dover scegliere, se così si può dire, di vaccinarsi, o altrimenti sarebbero andate incontro a restrizioni o spese aggiuntive, allora per quieto vivere, seppure poco convinte, hanno capitolato. Non tutti però hanno ceduto, e quindi adesso la nuova soluzione, il green pass rafforzato che, ancora una volta, coinvolge quasi tutti: chi aveva ceduto al vaccino ma, deluso dall’andamento delle cose, aveva pensato di non ricorrere alla terza dose, si ritrova a dover scegliere di farsela somministrare, poiché il green pass rafforzato lo conquistano i vaccinati a ciclo completo, e ai non vaccinati via tutto, anche il lavoro (come potranno vivere non si sa), quello cui per accedere, fino a settembre, era sufficiente il tampone negativo. Così quelli che a settembre non hanno ceduto e hanno fatto una scelta diversa dalla massa, ora si trovano nella situazione di avere speso 3-4 mesi in tamponi inutilmente, perché ora c’è l’obbligo di scelta: o ti vaccini o sei fuori. (UMH… viste le opzioni parrebbe una scelta libera obbligata… non è un ossimoro??)

“Gli sta bene!!” gridano i vaccinati, “devono pagare perché ci mettono tutti a rischio” … ecco la perfidia intima che nasce dalla delusione della consapevolezza di non aver resistito, di avere ceduto, di avere creduto, dunque emerge la filosofia “Ho rischiato e sofferto io, devi farlo anche tu, anche se, visti i fatti, non so fino a che punto serva davvero, ma lo devi fare, per… la collettività.”

E per la collettività il Governo va avanti seguendo la sua strada, propone soluzioni, talvolta, a ben guardare, impossibili da attuare così come concepite (come si effettueranno i controlli, ad esempio, sui mezzi di trasporto pubblico, è ancora un dilemma), ma il Governo è ottimista e propositivo, e introduce questo green pass rafforzato. Il Presidente del Consiglio invita ad essere aperti, assicura che l’obiettivo del Governo è limitare le restrizioni. Loro sono certi che chi ha fatto due dosi, non si opporrà alla terza, e alla domanda: “Ma a chi non si vaccinerà cosa accadrà?” La risposta è un concetto del tipo: “Non dobbiamo ragionare in questi termini, bisogna augurarsi che si vaccinino tutti.” Ecco, i programmi del nostro Governo si basano sugli augurii… e allora che fine farà chi a quell’augurio non risponde?

Prima il vaccino era una scelta, forse si aspettavano l’adesione in massa e totale, che non c’è stata, allora a settembre hanno optato per alcune restrizioni, certi che queste avrebbero convinto, messi alle strette, tutti i titubanti, ma è rimasto uno zoccolo duro, e allora si propone il super green pass, questo certamente porterà a convincere il 100%, pensano e si augurano.

Ma se vogliono il 100% dei vaccinati perché non è lo Stato a prendersi la responsabilità di metterlo obbligatorio per tutti? Nooo, deve essere una libera scelta, loro sanno che si tratta di un siero sperimentale, e ci vuole il consenso informato! Si troverà il modo per far acconsentire tutti, stringendo stringendo, di restrizione in restrizione si otterrà il libero consenso, pensano… Intanto in alcuni paesi d’Europa si sta pensando all’obbligo generalizzato, in Italia dei passi sono stati già fatti: prima c’era solo per il personale sanitario, ora c’è anche per il personale della scuola e per le forze dell’ordine. Ecco, in Italia siamo avanti! Ci sono più vaccinati e la situazione è migliore! È sufficiente continuare con l’obbligo solo per determinate categorie, pena: la sospensione dal lavoro (W le adesioni spontanee e convinte!). Non so se a coloro che fanno parte di queste categorie venga richiesto comunque di firmare il consenso informato… UMH… ma se un vaccino è obbligatorio, bisogna comunque richiedere un consenso firmato? Certo, perché in sostanza non è obbligatorio il vaccino in sé, questo è solo un requisito necessario per svolgere alcune attività lavorative ritenute più a rischio, quindi se vuoi svolgere proprio quel lavoro, occorre il vaccino, che non è obbligatorio, ma in quel caso è utile per… il bene della collettività. Dunque occorre la firmetta. … Ah, ecco… 

Ma allora non sarebbe stato più logico puntare su tamponi per tutti, positivi in casa fino a guarigione comprovata con doppio tampone e negativi in attività per la ripresa anche dell’economia? Invece hanno puntato su questo pseudo vaccino: solo spese, previsioni incerte e nessuna soluzione. Ma mi chiedo: perché??

Ora con questo green pass rafforzato molta gente si è “spontaneamente” fiondata a fare il terzo richiamo o, a seconda dei casi, la prima dose, così si guardano i numeri, e con grande soddisfazione si afferma che le persone si stanno convincendo, perché non sfiora minimamente l’idea che, per svariati motivi propri, le persone semplicemente stanno cedendo al ricatto per quieto vivere, anzi per poter vivere, e non per convinzione.

E via ancora con le soluzioni, l’ultima: le dosi pediatriche. Ma c’è chi si pone domande su questo, che non è un vaccino ma un siero sperimentale, che certamente alza le difese ma del quale si ha il buio sugli effetti a lungo termine; c’è chi si pone domande, e non perché si crede un medico ma semplicemente perché ascolta le diverse affermazioni dei vari addetti ai lavori, e dunque non vorrebbe acconsentire soprattutto sulla pelle dei propri figli; c’è chi pensa, si sofferma e, considerando che si tratta di bambini, è titubante. Ma viene considerato una persona che non vuole contribuire a debellare questo virus. Ecco, la guerra sociale.

Che sconforto, perché invece di ragionare su tutto quello che succede già dal novembre 2019, si punta il dito solo sui non vaccinati, anzi, su quelli non disponibili all’inoculazione di questo siero, e si generalizza, additandoli anche come complottisti.

E questo è quanto, ma a guardar bene questo qui è un problema mondiale, e di contraddizioni e situazioni su cui riflettere e ragionare ce ne sono tante che ho tralasciato.

©Mts

 

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