Maria Teresa Sica

Percorso Covid19

Il genere umano io non lo comprendo davvero!

Siamo precipitati in un baratro che forse poteva essere circoscritto, perché la diffusione non si poteva evitare, ma circoscrivere sì!

E a mio parere il Governo si stava muovendo benissimo, e lo sta facendo ancora.

Dalle prime notizie, dal 21 febbraio, ho seguito gli avvenimenti h24. Ci siamo trovati improvvisamente in una situazione intorno alla quale non c’era alcuna certezza, una situazione sconosciuta, ma già da subito percepita a livello governativo come allarmante anzi, più che allarmante. Non posso dimenticare l’espressione del Capo della Protezione Civile mentre dava i primi comunicati stampa, e non posso dimenticare la disponibilità e la preoccupazione evidente del Presidente del Consiglio dei Ministri. Credo che entrambi abbiano cercato di prendere in mano la situazione e di comunicare la verità, di informare, affinché tutti potessero seguire l’evolversi della situazione e prendere le dovute precauzioni. La situazione diventava sempre più grave, quindi il Governo ha preso le misure adeguate. Ma poi ci sono state le reazioni. C’è chi ha cominciato a mettere in evidenza i problemi economici spingendo affinché fossero messi in primo piano, accusando e criticando le misure prese, ritenendole esagerate; c’è chi ha criticato la sovraesposizione del Premier in pullover, affermando che mostrarsi al pubblico un numero eccessivo di volte aveva destato preoccupazione, soprattutto perché lo si era fatto con un maglioncino addosso e dal bunker della protezione civile; c’è chi ha dato la colpa del blocco delle comunicazioni e degli scambi con l’Italia anche alla scelta di qualcuno di esporsi in videochiamata indossando una mascherina medica, e si sono soffermati sulla modalità con la quale la stessa era stata indossata. Ci sono queste cose e tanto altro: le zone rosse, i posti di blocco militari, la chiusura dei locali alle 18.00, le opinioni talvolta contrastanti anche degli esperti. Situazione difficile.

E infatti è complicato!

È difficile trovarsi in una situazione da gestire completamente sconosciuta, si ha paura e non si vuole rischiare di fare errori irreparabili. Questa è la situazione in cui si è trovato il Governo, le persone che operano nel Governo: non si conosceva la potenzialità di questo virus, non se ne conoscevano fino in fondo le modalità di diffusione, c’era l’incognita dei portatori sani, la responsabilità di comunicare alla popolazione quello che stava accadendo, il rischio delle imprevedibili reazioni, allora che fare?

Il Governo ha scelto la verità, la sostanza, ha scelto di informare, senza curarsi dell’abbigliamento, l’importante era informare affinché la gente si tutelasse, perché questo era quello che affiorava dai confronti, dalle discussioni, da quello che stava emergendo via via. Allora cosa importa se ci si concentra nel bunker della Protezione Civile? La situazione è sconosciuta e potenzialmente grave, l’importante sono i fatti. Cosa importa se al momento delle comunicazioni non si indossa giacca e cravatta? E poi, se la stampa si avvicina e chiede notizie, se qualcuno vuole sapere cosa sta accadendo, se esistono 16 reti o 16 trasmissioni che chiedono delucidazioni in un solo giorno, perché non essere disponibili a darle con trasparenza? È vero, ci sono i ruoli, ma io francamente ammiro chi, nel ruolo, conserva la sua umanità.

Invece scattano le critiche, e allora il Governo ritiene di dover dare una stretta alle comunicazioni, e dà un contrordine ad alcune misure attuate, così la gente è confusa e con le notizie, che comunque continuano a girare, qualcuno si allarma, qualcuno le ignora, qualcuno le utilizza per affondare qualcun altro.

Ed ecco che il virus si diffonde, e anche qualche persona in vista ne viene contagiata. C’è chi si chiude in sé stesso, e chi invece pensa di comunicarlo e di avvisare gli utenti di quello che è accaduto e, forse con un po’ di superficialità, si mostra con la mascherina, la indossa dicendo al pubblico di non spaventarsi se da quel momento in avanti si mostrerà in quel modo. Polverone!! Che ha fatto, lo doveva evitare, quale messaggio si manda al mondo…. Ma che ha fatto? È un uomo contagiato che ha avvisato che sarebbe stato visto con la mascherina, e magari lo ha fatto anche per dare il messaggio di non sottovalutare l’importanza di tutelarsi perché il virus è molto contagioso. Ma non è questo il messaggio che viene decodificato.

E via con “il mondo che dirà di noi” “l’economia crolla” “si fa attenzione a questo” “non si fa attenzione a quest’altro” …

A questo punto per fortuna, nonostante numerose critiche da vari fronti, il Governo decide di prendere alcune misure drastiche. Solo alcune. E il virus si diffonde ancora, non c’è dubbio: è necessario tornare alla stretta applicata all’inizio, bisognava mantenere quella stretta da subito e, anzi, essere ancora più drastici.

Ecco. Ora anche chi ha tanto criticato forse si rende conto.

Stare fermi, per circoscrivere il rischio, sconfiggerlo e poi ripartire. L’economia poi con il tempo si riprende, la salute, se si perde, può portare anche al grave, ultimo epilogo.

Il rischio ora è anche più grave, perché molte persone sono spaventate e allora alcuni si sono chiusi in casa e hanno alzato barriere con chiunque, altri sono scappati dai focolai rischiando di far aumentare la diffusione altrove, altri ancora in alcuni luoghi si sono ribellati, creando disordini pericolosi, approfittando per chiedere quello che, in coscienza, sanno bene non è giusto e non è il caso di chiedere.

Poi ci sono altre persone che invece non ascoltano, pensano che il problema non sia grave più di tanto e considerano alcune azioni restrittive esagerate o inutili, facendo leva sul proprio diritto alla libertà. Sono questi i più pericolosi, forse disinformati o semplicemente sciocchi ed egoisti, che magari hanno nella mente i video delle persone in quarantena apparentemente sane, ma non hanno preso in considerazione che l’aumento esponenziale del virus rischia di provocare il collasso sanitario, perché per i malati gravi c’è bisogno di strutture, e le strutture non sono infinite, e se il numero dei malati aumenta, le strutture a disposizione non bastano più, e si deve arrivare a dover scegliere chi non curare. È terribile. Ma forse a questo loro non pensano, questo non gli è chiaro, non gli è chiaro che la potenzialità di diffusione di questo virus è enorme, e non c’è ancora una cura.

Per adesso siamo ancora in grado di gestire la situazione, dunque, per evitare che la situazione diventi ingestibile, è importantissimo che tutti comprendano che il problema è serio ed è quindi necessario attenersi alle regole richieste, farlo è segno di senso civico e di responsabilità; farlo occorre, perché la situazione non diventi drammatica, per il bene di tutti e della nostra Nazione.

Le misure sono restrittive, ancora più restrittive, ma sono necessarie. Riflettiamo, ascoltiamo. Bisogna fare così. Dunque chi può si dovrebbe fermare spontaneamente, chi non può dovrebbe rispettare le indicazioni per evitare il contagio consapevole che, qualora il Governo lo ritenesse opportuno, metterebbe di certo in atto ulteriori misure di blocco.

Sì, perché secondo me bisognerebbe fare ancora di più, bisognerebbe essere ancora più drastici, molte altre persone dovrebbero poter avere la possibilità di fermarsi, di restare a casa.

È un’ipotesi drastica, ma forse bisognerebbe prendere in seria considerazione una ventina di giorni di fermo totale.

 È l’unico modo per provare a debellarlo questo virus, e poi seguirebbe la ripartenza, che senza un pericolo riguarderebbe anche l’economia. Un paese pulito riparte, può solo crescere, in un paese pulito il turismo riprende, ma deve essere pulito, e per ripulirsi c’è bisogno di annientare il virus, ostacolare il contagio. C’è bisogno di coscienza e responsabilità civile.

Mts ©

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