Maria Teresa Sica

Prendo il treno e arrivo!!

E poi capita che si debba tornare a casa.

“Non ti preoccupare, parto presto, così non arrivo con il buio! Ti chiamo quando arrivo  🙂 ciao”

E comincia la..Sventura.

Ritardi che cancellano i treni successivi, o treni soppressi, perché tanto sarebbero in assurdo ritardo.

Persone stanche, che aspettano e bimbi che si cominciano a lamentare.

Treni stracolmi, in cui si viaggia come non si dovrebbe, e utenti, che non sanno cosa fare, perché o regolarizzi il biglietto e forse perdi il treno in ritardo, oppure sali, con il rischio di una multa immeritata, perché a volte, se anche lo comunichi prima di salire a bordo, qualcuno ti dice che non è regolare, e non gli è possibile fare il biglietto se non con il sovrapprezzo.

Poi, se ragionando riesci a crearti un percorso con i cambi all’istante, così, tanto per cercare di accorciare il tuo ritardo nel rientro a casa, non si capisce bene a quale binario potresti trovare la agognata coincidenza. Non sai se rischiare.

 

Birilli in balia di bocce provenienti da inimmaginabili direzioni. Formiche, che si spostano nervosamente senza sapere come. Ritardi senza fine! Ma c’è la “consolazione” del rimborso in percentuale via via crescente in relazione al superamento di un determinato minutaggio.

Allora stanco, e innervosito, arrivi in stazione e ti muovi per avere il tuo rimborso. Ti spetta!

E no!! Ci sono i tempi: se sei arrivato tardi, ovviamente non per tua colpa, e gli uffici sono chiusi.

Ok.. tornerò domani.

 

E il giorno dopo torni in stazione. File interminabili, sei lì come tutti gli altri, ma tu non devi partire. Aspetti finché arriva il tuo turno.

“Vuole che ricarichi la somma sul conto da cui ha pagato o vuole un buono?”

“Ma io ho pagato tramite agenzia! Non era il mio conto!!”

Così sei costretto a ritirare questo buono, e magari sei uno che con il treno viaggia poco.

Mts ©

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