Maria Teresa Sica

Punizioni adeguate a chi delinque.

Credo sia una questione di giustizia: chi delinque DEVE pagare.

Sono convinta che non sia giusto giudicare, mai!! Il giudizio spetta solo a Dio, che ha la necessaria misericordia, noi comuni mortali non ci possiamo arrogare questo diritto, poiché ognuno, se guarda bene dentro di sé, è passibile di “giudizio”.

Ma il giudizio non è cosa degli umani.

Però nelle società esistono le regole, e quelle vanno rispettate, perché se non si rispettano scattano le sanzioni, che esistono perché sono state decise e approvate, dunque sono condivise.

Se ad esempio in un gruppo sociale si decide che non si deve camminare per più di 10 passi, si motiva la decisione che viene magari accettata in base al senso di giustizia comune, quindi si decide che chi supera i 10 passi rimarrà un giorno senza mangiare per ogni passo in più effettuato, e tutti i componenti di quel gruppo vengono messi al corrente della regola e della rispettiva sanzione;

se poi un componente di quel gruppo decide di fare più di 10 passi, e lo fa consapevolmente accettando il rischio di essere individuato, e magari viene individuato, è giusto che debba rimanere senza mangiare per un numero di giorni in relazione alla sua infrazione. Se andasse in tribunale, questo dovrebbe giudicarlo colpevole, ovviamente in base alle relative prove.

Ma questo non è “giudicare”, questo è applicare norme socialmente condivise.

Ecco.

La nostra società aborrisce determinati comportamenti lesivi verso gli altri e verso i beni, tutti ne sono a conoscenza, tutti condividono e approvano l’esistenza delle sanzioni.

Allora perché le cose non vanno come dovrebbero?

Se una persona delinque deve, DEVE risponderne!! E deve risponderne per come è deciso in partenza, perché prima di agire, prima di decidere di delinquere, conosceva le conseguenze, ne era consapevole, ed ha operato una scelta. Ha scelto di danneggiare un suo simile, o un bene comune con piena consapevolezza e disgustosa indifferenza delle conseguenze che la sua scelta potrebbe recare, concentrato solo sui personali interessi.

Tutto questo è spregevole, dunque va punito.

Non devono esistere sconti, né “patteggiamenti”, perché la consapevolezza di queste eventualità favorisce, in certe persone, la scelta dell’azione criminale: lui sa che, una volta che sceglie di delinquere, o non viene catturato oppure, in caso contrario, se collabora e si comporta bene, la pena sarà ridotta. Dunque riflette, fa i suoi conti e.. agisce.

Non si dovrebbe dare credito a chi ha fatto del male e magari poi premiarlo. Non si dovrebbe dimenticare l’entità del danno commesso, che indipendentemente dalla gravità è un danno perpetuato consapevolmente e con indifferenza a dispetto delle regole comuni, contro le persone per bene, la società ligia, il mondo intero.  E le vittime?

Perché un delinquente deve avere uno sconto di pena se confida qualche notizia agli inquirenti?

Perché gli inquirenti si devono interessare a quelle notizie e aspettarsele proprio da lui e, proprio per questo premiarlo?

Allora un criminale agisce, consapevole delle conseguenze ma senza preoccuparsene, perché sa bene che rivelando qualcosa il prezzo della sua colpa, la sanzione originale, andrà a diminuire, avrà uno “sconto”. E le vittime??

No, non ci devono essere sconti, mai!

Se un criminale si ravvede, che parli, a prescindere dagli sconti, è u suo preciso dovere, altrimenti che non parlasse, ma la pena la deve scontare, tutta, fino all’ultimo giorno, perché quando ha scelto di agire, lo ha fatto consapevole delle conseguenze. Dunque, come ha abbracciato l’azione malvagia, così deve abbracciare il prezzo da pagare, tutto. Gli inquirenti avranno altri modi per trovare le notizie che occorrono. Non pagherà solo ed esclusivamente se non viene mai individuato, riconosciuto, identificato, catturato. Ma nel momento in cui viene arrestato, e ci sono prove certe dell’azione criminale, deve, DEVE risponderne fino alla fine.

E aggiungo che potrebbe essere utile decidere che dopo 3 atti criminali allora la pena dovrebbe essere a vita.

Forse la consapevolezza di pene certe e più dure favorirebbe la diminuzione del crimine ed eviterebbe la corsa nella nostra bella Italia di tanti che, alla luce del funzionamento delle regole qui applicate, scelgono di venire proprio in Italia a delinquere.

Mts ©

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